domenica 17 giugno 2012

Fantasmi della mente, #2: Il fantasma di Ratcliff Wharf

[Continua da Fantasmi della mente, #1]
Tutto ciò non può non far tornare in mente un altro celebre ‘esperimento’, stavolta non di tipo scientifico, condotto dall’indagatore del paranormale inglese Frank Smyth (editor della rivista Man, Myth and Magic, autore tra l’altro di Ghosts and Poltergeist, ed. it. Spiriti e folletti, Milano, Rizzoli 1976) ed entrato ormai (a buon diritto) nella storia della ricerca sul paranormale.

Nell’estate del 1970 su Man, Myth and Magic Frank Smyth pubblicò l’articolo “Il fantasma del parroco Ratcliff Wharf”. In esso Smyth affermava di star facendo delle ricerche sulla figura settecentesca di Ratcliff Wharf, parroco della St. Anne’s Church (Limehouse, presso l’Isle of Dogs; Docklands, Londra). Ratcliff Wharf era anche proprietario di una pensione e aveva una sinistra abitudine: quella di uccidere gli ospiti che non potevano permettersi di pagare (o, secondo altre versioni, i più ricchi, per derubarli del loro danaro). Secondo le testimonianze raccolte da Smyth, il fantasma del turpe sacerdote era stato per decenni visto camminare lungo le strade del porto, nelle giornate nebbiose.

Lungo il 1971 e il 1972, molte furono le testimonianze oculari del fantasma che furono raccolte dai giornalisti e dai ricercatori del campo. L’anziano fantasma, dalla sinistra figura vestita di nero, era di solito visto guardare verso il Tamigi; ma quando lo sguardo veniva focalizzato su di esso, misteriosamente svaniva.


Una suggestiva veduta della
chiesa di St. Anne, teatro
dei macabri eventi... o forse no? 
Soltanto durante il primo anno successivo alla pubblicazione dell’articolo, ben otto libri furono scritti e pubblicati, da autori diversi e indipendenti tra loro, sul fantasma di Ratcliff Wharf, ricchi di testimonianze di apparizioni, e anche di notizie di presunte apparizioni avvenute nel passato. Un autore arrivò anche a modificare la storia, affermando che il parroco fosse stato derubato e ucciso a sua volta, su un pontile (in inglese: wharf) dei Docklands.

Il celebre giornalista e scrittore Colin Wilson fu nel 1973 il conduttore di Leap in the Dark (Un salto nel buio), programma della BBC2 che presentava documentari su casi insoliti, paranormale, misteri (un antesignano dei nostri Mistero e Voyager, insomma). L’ultima puntata della stagione fu dedicata proprio a questa infestazione. Colin Wilson intervistò per la BBC2 il proprietario di un pub di fronte al Tamigi, che affermava di aver visto il fantasma più volte. Anche sua moglie era stata testimone oculare di alcune apparizioni. La figura si presentava con un antico vestito nero e l’inconfondibile gorgiera che spesso gli uomini di Chiesa del ‘700 erano usi indossare, al posto del colletto bianco.

Il problema è che, ahimé, né il fantasma né l’affascinante e lugubre figura di Ratcliff Wharf erano mai esistiti.

Frank Smyth rivelò per primo ad un giornalista del Sunday Times che la storia fu da lui del tutto inventata. Aveva bisogno di riempire uno spazio vuoto nel numero in questione di Man, Myth and Magic e pensò di farlo con un ingegnoso esperimento sul potere della suggestione. Decise perciò d’inventarsi di sana pianta una storia paranormale e vedere se essa avrebbe poi avuto qualche riscontro nel pubblico e tra i ricercatori del paranormale.

Eccome, se ne ebbe! Almeno fino a quando il Sunday Times svelò la natura fittizia della storia. Le apparizioni – c’era da aspettarselo – smisero misteriosamente di manifestarsi, già a partire da poco tempo dopo la rivelazione. Frank Smyth fu sconcertato dalla scoperta che la sua storia inventata era diventata, in pochissimo tempo, parte del folklore dell’East End; i riscontri del suo ‘esperimento’ avevano decisamente superato le sue aspettative.

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